Taiwan, nel voto irrompe mr. Foxconn; Pechino vuole più talenti stranieri; la nuova nave da guerra cinese
Terry Gou si candida alle presidenziali e spalanca la porta alla vittoria del candidato "indipendentista" William Lai
Il fondatore di Foxconn, Terry Gou, ha annunciato (il 28 agosto) che si candiderà, come indipendente, alle presidenziali che si volgeranno a Taiwan il 13 gennaio 2024. La mossa del settantaduenne magnate dell’industria elettronica è destinata a spostare gli equilibri di una competizione che - come quelle del 2016 e del 2020, vinte da Tsai Ing-wen e dal suo Partito progressista democratico (Dpp) - avrà al centro le relazioni tra le due sponde dello Stretto. Non a caso Gou lunedì scorso si è presentato così agli elettori: «Imploro il popolo di concedermi quattro anni. Prometto che porterò la pace nello Stretto di Taiwan per i prossimi 50 anni e getterò basi profonde per la fiducia reciproca tra le due parti».
Gou ha sostenuto che «il Dpp è al potere da più di sette anni e ha portato il pericolo di guerra a Taiwan», e ha assicurato che lui «non permetterà mai che Taiwan diventi la prossima Ucraina». Gou ha scelto di correre da solo dopo che gli iscritti del partito nazionalista Kuomintang (Kmt) gli avevano preferito il sindaco di Nouva Taipei, Hou Yu-ih. Secondo gli ultimi sondaggi, quest’ultimo è accreditato del 15,3% delle preferenze; William Lai Ching-te (Dpp) è nettamente in testa con il 33,4%; Ko Wen-je, del Partito del popolo, otterrebbe il 22,7%; Gou soltanto il 12,9%. Gli indecisi sarebbero il 15,7%. L’effetto della mossa di Gou è stato dunque quello di dividere ulteriormente il campo “non-verde” (non indipendentista, ndr), favorevole al dialogo con Pechino, agevolando l’ascesa di William Lai Ching-te, attualmente vice presidente di Taiwan.
Gou continua a lanciare appelli, invitando il Kmt e il Partito del popolo a “unirsi” per avere più chance di battere un Dpp che ha definito «corrotto e impotente», battuto dai nazionalisti nelle elezioni amministrative della fine del 2022. Ma appare improbabile un passo indietro nella direzione auspicata da Gou, sconfitto nelle primarie del Kmt sia nel 2019 che nel maggio scorso. Anche il candidato del Partito del popolo non ha intenzione di abbandonare una competizione nella quale al momento sarebbe secondo, scavalcando i nazionalisti. Secondo la legge taiwanese, nelle elezioni presidenziali viene eletto (a turno unico) il candidato che ottiene il maggior numero di voti.
Il Kmt ha stigmatizzato come «profondamente deplorevole» la candidatura di Gou e ha minacciato provvedimenti disciplinari contro i suoi iscritti che dovessero appoggiare il fondatore di Foxconn. In quanto indipendente, per potersi candidare ufficialmente Gou dovrà raccogliere nelle prossime settimane 290.000 firme (l’1,5% degli aventi diritto alle ultime legislative).
Descritto spesso come “filo-Pechino” perché l’azienda che fondò nel 1974 - e che nella Repubblica popolare cinese produce da decenni per le maggiori multinazionali dell’elettronica - è il principale datore di lavoro del settore privato in Cina, a meno di un accordo dell’ultim’ora con il Kmt e/o il Partito popolare, Gou finirà per “tirare la volata” al candidato più sgradito a Xi Jinping e compagni, quel William Lai Ching-te considerato più “indipendentista” della stessa Tsai, in una fase in cui la tensione intorno all’isola resta alta, con la costante pressione militare di Pechino e le sempre più massicce forniture di armamenti statunitensi a Taipei.
Gou aveva manifestato l’intenzione di candidarsi alla presidenza durante il viaggio compiuto negli Stati Uniti, dal 27 marzo al 5 aprile scorso. Una visita - secondo il suo ufficio stampa - per «illustrare la sua strategia per promuovere la collaborazione tra gli Usa e Taiwan e rafforzare le partnership economiche di Taiwan nella comunità globale».
Gou ha accumulato la maggior parte della sua fortuna (circa 7 miliardi di dollari) grazie a Foxconn, che in Cina ha due fabbriche-città (a Shenzhen e Zhengzhou) e una serie di altri grandi impianti, dove produce per aziende del calibro di Apple, Sony, Microsoft. Interrogato su un suo potenziale conflitto di interessi, Gou ha risposto: «Non sono mai stato sotto il controllo del Partito comunista cinese... non sarò minacciato». «Se il regime comunista cinese minacciasse di confiscare le proprietà dell’azienda in Cina, direi: “Sì! Per favore, fatelo!”». «Posso sacrificare la mia ricchezza personale in cambio della pace per Taiwan».
Per attirare gli stranieri Pechino proroga le agevolazioni fiscali e rimuove i test anti-Covid all’ingresso in Cina
Il governo di Pechino, attraverso il Ministero delle Finanze e l’Amministrazione finanziaria (la State Taxation Administration) ha confermato nel mese di agosto 2023 che le politiche fiscali preferenziali per gli stranieri che lavorano in Cina saranno prorogate fino al 31 dicembre 2027.
Gli espatriati nella Cina continentale godono infatti da anni di un privilegio speciale, che garantisce esenzione fiscale su fringe benefit quali spese di affitto per l’alloggio, costi per l’istruzione dei figli, corsi di lingua, voli verso il paese di origine e altre spese sostenute dagli stranieri che decidono di lavorare e vivere nel Paese. Già in precedenza queste agevolazioni - che prevedono anche una tassazione inferiore sui bonus - avrebbero dovuto essere abrogate, per garantire parità di trattamento tra cinesi e stranieri e mettersi in linea con il regime tributario in vigore a livello internazionale e anche nella regione ad amministrazione speciale di Hong Kong.
I criteri di agevolazione più recenti che mirano a promuovere nuovi talenti, infatti, non operano distinzioni in base alla cittadinanza, ma al grado di formazione e alle qualifiche. Ad esempio, nella provincia insulare di Hainan vi è un regime di tassazione al 15 per cento per individui qualificati come “high-talent”, indipendentemente dal loro passaporto. La decisione di prorogare questa agevolazione per i soli stranieri e su tutto il territorio della Cina continentale rientra nella strategia di attrarre lavoratori da paesi esteri. Negli stessi giorni è stata inoltre revocata l’obbligatorietà dei test diagnostici per il Covid-19 per tutti coloro che arrivano in Cina dall’estero, nel tentativo di invertire il recente trend che ha visto una riduzione significativa di manager stranieri residenti o in trasferta.
Medesima strategia per attrarre investimenti esteri è stata implementata per le imposte sui redditi delle piccole imprese: fino alla fine del 2027, le aziende con utili fino a tre milioni di yuan (circa 380 mila euro) verranno tassate al 5 per cento anziché con l’aliquota standard del 25 per cento. Si tratta di un’aliquota speciale inferiore anche al regime di tassazione di Singapore e dei paesi del Sud-est asiatico, dove si sta indirizzando l’attenzione di manager e imprenditori per allargare la presenza regionale in Asia orientale.
In aggiunta, nell’ambito degli sforzi volti a contrastare la fuga di capitali, la Cina ha ridotto della metà la tassa sulle transazioni di borsa, precedentemente fissata allo 0,1 per cento. Questa misura, impiegata solo nel 2008, è stata adottata per ristabilire la fiducia in quello che è il secondo più grande mercato azionario per capitalizzazione, durante un periodo caratterizzato da turbolenze finanziarie nonché preoccupazioni sulla resilienza dell’economia nazionale.
La “Tipo 054B” è la nuova fregata della marina militare cinese, che punta a una potente flotta d’alto mare
I cantieri Hudong Zhonghua di Shanghai hanno prodotto la prima “Tipo 054B”, ovvero quella che sarà la nuova generazione di fregate made in China. Concepita come un’evoluzione della “Tipo 054A”, la “Tipo 054B” svolgerà soprattutto missioni anti-sottomarino, ma è adatta anche a compiti anti-aerei e anti-superficie. Più grande del modello precedente, la “Tipo 054B” è lunga circa 147 metri e larga circa 18,5 metri, e pesante a pieno carico circa 6.000 tonnellate. Ospiterà elicotteri Z-20, con funzioni di guerra anti-sottomarino. La nuova fregata è dotata di un sistema radar Phased Array attivo a doppia faccia e di un albero a radiofrequenza integrato simile a quello del cacciatorpediniere “Tipo 055”, che migliorano la ricognizione dello spazio aereo sovrastante la nave e la sua capacità di difesa aerea.
La nave da guerra è alimentata da un sistema a propulsione elettrica integrata progettato da una squadra composta da ingegneri navali cinesi. La “Tipo 054B ha un sistema di lancio verticale a 32 celle che può ospitare missili di difesa aerea a lungo raggio HQ-16 e siluri Yu-8, oltre a due lanciamissili quadrupli per razzi anti-nave YJ-83. Invece dei due sistemi d’arma ravvicinati 1130 equipaggiati della “Tipo 054A”, la “Tipo 054B” è armata con un solo sistema d’arma ravvicinato, ma in aggiunta ha un sistema missilistico di difesa aerea a corto raggio HQ-10.
Un altro cambiamento importante nella “Tipo 054B” è rappresentato da suo nuovo cannone principale da 100 mm, che sostituisce il cannone principale da 76 mm della “Tipo 054A” e offre portata e potenza maggiori. Questo miglioramento consentirà alla nuova fregata di eseguire meglio missioni di bombardamento marittimo e costiero, amplificando la sua abilità di combattimento e le sue capacità di attacco diversificate.
La costruzione della nuova fregata (una nave gemella è in fabbricazione nei cantieri Huangpu Wenchong di Guangzhou) rientra negli sforzi della marina cinese di dar vita a una flotta d’alto mare, cioè - secondo la definizione del dipartimento della difesa Usa - «una forza marittima in grado di operare in maniera continua attraverso le acque profonde degli oceani aperti. Una blue-water navy permette a un paese di proiettare il potere lontano dal paese di origine e di solito comprende uno o più portaerei» mentre «piccole blue-water navies sono in grado di inviare un numero di navi all'estero per brevi periodi di tempo». Una flotta d’alto mare al passo con quelle delle maggiori potenze serve a Pechino anzitutto per difendere le sue rivendicazioni territoriali su Taiwan e sul Mar cinese meridionale, ma anche per proiettare la sua influenza all’estero.
Le fregate come la 054B, la 054A e la 054D accompagnano le portaerei (la Cina ne ha al momento tre) e le navi anfibie. Una maggiore potenza di propulsione significa che il Tipo 054B può navigare più lontano, mentre la sua migliore capacità antisommergibile implica che potrebbe sostituire la “Tipo 055” come mini cacciatorpediniere per proteggere la “Tipo 075”, formando così un piccolo gruppo d’attacco per missioni in alto mare. La “Tipo 054B” potrebbe svolgere un ruolo come partner chiave della “Tipo 075” in un conflitto per Taiwan.
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