5 Commenti

Ho l’impressione che questo articolo sia eccessivamente China friendly

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sarebbe apprezzabile se chiarisse, anche brevemente, perché

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Molto ricca e argomentata la parte dedicata a chi sostiene il mantenimento dell’adesione dell’Italia alla Via della Seta. Chi non vuole confermare il MoI, invece, lo fa soltanto per accreditarsi presso i perfidi americani...

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Gentile Giorgio, studio la Cina da ben più di mezzo secolo, avendo cominciato all’università. Ammetto di non aver letto Curzio Malaparate e me ne pento. Conosco bene, però, Limes e il pensiero di Lucio Caracciolo. Al riguardo, debbo dire che l’approccio “geopolitico” non mi convince. Eccessivamente deterministico.

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Caro Enrico, io trovo gli articoli di Michelangelo Cocco tutt'altro che " a senso unico", dl resto se leggi o ascolti una delle fonti che personalmente ritengo la migliore in Italia, ovvero Limes, che non si può assolutamente definire di parte, vedrai che il punto di vista è uguale a quello di Cocco, e di altre voci che vedono i fatti per quel che sono e non per quello che, sinteticamente e superficialmente, raccontano le consuete fonti giornalistiche e televisive.

Inoltre addentrarsi negli argomenti della Cina, non è per nulla semplice. Richiede una conoscenza approfondita, almeno a partire dalla metà nel 1800. Senza sapere la Storia cinese da allora ad oggi, non si può pretendere di capire e giudicare una Paese così complesso ed altrettando la sua Cultura.

Tra i tanti libri, ti consiglio "Io in Cina e in Russia" di Curzio Malaparte, sicuramente un personaggio colto e di tendenze politiche, almeno inizialmente, non certo di Sinistra e amico degli Americani. E' un buon libro dove si comprende, con una lettura chiara, da dove veniva la Cina e cosa stava facendo negli anni successivi al 1949.

Buono studio se vorrai.

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